17 Feb Le allergie alimentari del cane e gatto
Le allergie alimentari fanno parte di un gruppo di patologie definite in generale “Reazioni avverse al cibo” insieme alle intolleranze ed alle intossicazioni alimentari ,caratterizzate da risposte clinicamente anomale all’ingestione di un alimento o di un suo additivo.
La sintomatologia è spesso sovrapponibile ,nelle allergie alimentari l’animale sviluppa una sensibilità immunologica specifica a uno o più ingredienti della dieta (antigeni), prevalentemente alle proteine ma anche carboidrati,coloranti ,conservanti ecc. Nelle altre non c’è o non sembra esserci un coinvolgimento del sistema immunitario , la reazione avversa può essere legata all’incapacità di digerire l’alimento come nel caso della intolleranza al lattosio per assenza del enzima lattasi o alla presenza di sostanze tossiche presenti nell’alimento o prodotte da microrganismi che li contaminano.
Sintomi: Le allergie alimentari si possono presentare a qualsiasi età. Nel gatto prevalentemente in età adulta/anziana ,in qualsiasi periodo dell’anno senza predisposizione di razza o sesso. Anche se nel cane sembra che alcune razze siano più interessate di altre( pastore tedesco,golden e labrador retriver, west highland ecc). Si manifestano prevalentemente con sintomi dermatologici,una piccola percentuale di casi sviluppa una patologia gastroenterica (vomito,diarrea,flauto lenza,feci poltacee ed abbondanti) associata o no a quella cutanea. Il sintomo dermatologico più comune è la comparsa di un intenso prurito , che a volte può essere generalizzato. Nel gatto le aree più colpite sono il capo, il collo e le orecchie . Nel cane le zampe,le ascelle e l’inguine . Gli animali si grattano,si mordono intensamente e si procurano traumi cutanei e lesioni secondarie (infiammazioni ed infezioni croniche,formazione di croste,seborrea , iperpigmentazione e ispessimento della cute).Un’otite esterna con o senza un’infezione secondaria è frequente nel cane e a volta è l’unico segno clinico soprattutto in fase iniziale. Si può osservare nel gatto anche dermatite miliare, orticaria,placche eosinofiliche,alopecia soprattutto nella zona dorso lombare a causa dell’eccessivo leccamento. Di solito l’animale sviluppa le allergie ad alimenti che è solito mangiare o con cui viene da sempre alimentato,i sintomi possono comparire nel giro di pochi minuti dall’ingestione dell’antigene ma più spesso si manifestano nelle prime 24 ore e comunque entro 10-14 giorni.
Diagnosi e terapia: Questi segni clinici possono essere comuni anche ad altre patologie pruriginose cutanee come l’atopia, l’ipersensibilità alla saliva di pulce,l’alopecia spicogena, la dermatofitosi, la rogna otodectica,la la cheyletiellosi, la rogna notoedrica, la pediculosi ecc. Per questo è importante la loro esclusione e la risoluzione delle lesioni secondarie,altrettanto importante è la raccolta di un anamnesi alimentare esauriente. Quando si sospetta una reazione avversa al cibo la diagnosi si deve sempre basare sull’anamnesi,i segni clinici e soprattutto sui risultati di un test dietetico di eliminazione “Dieta privativa” e di provocazione. Non possiamo distinguere trai diversi meccanismi delle reazioni avverse (allergie,intolleranze ecc) ma possiamo stabilire un rapporto diretto tra la somministrazione di determinati alimenti e la comparsa di segni clinici. Gli altri test compresi quelli sierologici non sono sempre molto affidabili. La dieta di eliminazione deve contenere proteine e carboidrati che l’animale non abbia mai mangiato per un periodo di tempo di 8-10 settimane (si può avere un miglioramento clinico anche solo dopo 3 settimane di somministrazione). Il principio su cui si basa la dieta privativa è che l’animale non dovrebbe avere reazioni avverse con un alimento che non gli sia stato mai somministrato.
La collaborazione del proprietario è fondamentale,soprattutto in questa fase,alcuni consigli per rendere la diagnosi più semplice e rapida:
- Durante il periodo diagnostico evitare di somministrare qualsiasi cosa che non sia la dieta consigliata:biscotti,stuzzichini,giochi commestibili, compresi farmaci masticabili,integratori,paste dentifrice. Potrebbero contenere proteine animali o altre sostanze ed invalidare il test.
- Se ci sono altri animali è preferibile farli mangiare in tempi e posti diversi o tutti dovranno mangiare la dieta consigliata “ipoallergenica”. Anche piccolissime quantità di cibo possono provocare una reazione allergica.
- Se il gatto ha la possibilità di uscire dovrà essere confinato in casa per tutto il periodo diagnostico ,il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio sempre per evitare l’assunzione di altri alimenti e sostanze.
Una diagnosi di certezza si ha quando viene reintrodotta la vecchia dieta come fattore scatenante (dieta di provocazione)e si ha la ricomparsa della sintomatologia in un periodo variabile fra 4 ore e 14 giorni. La fase diagnostica finale si ha con l’identificazione dei singoli antigeni,aggiungendo un solo ingrediente per volta alla dieta di eliminazione. Questa fase è spesso lunga e noiosa ed alcuni proprietari inoltre sono riluttanti al rischio di ricomparsa dei sintomi per questo spesso preferiscono fermarsi e scegliere un alimento che il proprio animale tolleri. La dieta privativa di prima scelta è quella casalinga. La seconda scelta è rappresentata dall’uso di prodotti commerciali (diete “ipoallergeniche” ed idrolisate). Il vantaggio di queste è quello di fornire prodotti ben bilanciati,facili da reperire e pratici da somministrare ma diversi studi hanno evidenziato che i processi di lavorazione industriale possono aumentare l’antigenicità di alcune componenti. Alla fine di questo iter diagnostico sarà possibile fare una lista di ingredienti,alimenti che l’animale tollera , formulare una dieta personalizzata di mantenimento( completa e bilanciata) oppure utilizzare diete ipoallergeniche o idrolizzate commerciali. Dobbiamo comunque considerare la possibilità che alcuni animali nel tempo possano sviluppare una “nuova” reazione avversa al nuovo alimento.
Dottore è vero che la carne di agnello , il pesce il riso sono ipoallergeniche? In realtà non esiste una carne o un alimento ipoallergenico. Un alimento può essere ipoallergenico per un animale e può non esserlo per un altro. In generale gli alimenti” ipoallergenici” devono essere alimenti semplici con due al massimo tre ingredienti e contenere fonti proteiche e carboidrati nuovi cioè mai assunti dall’animale. Paradossalmente la carne di pollo può essere “ipoallergenica” per un animale che non l’abbia mai assunta benché questa venga frequentemente individuata come allergizzante in moltissimi animali.